I profumi del festival di Sanremo

Il Festival di Sanremo è sempre stato un evento di una certa rilevanza, nella mia famiglia.

Ero piccino e ritagliavo dal Tv Sorrisi e Canzoni le foto dei miei partecipanti preferiti. Ogni tanto leggevo i testi e se era il caso ritagliavo pure quelli. Alle volte, alcune canzoni, pareva di poterle ascoltare anche con il naso. 

Ero un bimbo strano: abbinavo ad ogni canzone un colore ed alle volte, nei casi dei miei brani del cuore, persino un odore specifico. Sinestesi istintive, non pilotate e per me addirittura ovvie.

Dai, come si chiama quella canzone arancione fluo? Quella che profuma come le caramelline acidule all’arancia

Ricordo di aver detto qualcosa del genere a Marco L., il mio compagno di banco, alludendo ad “Acido Acida” dei Prozac +.

Con questo articolo annuseremo alcune canzoni che hanno partecipato al festival di Sanremo, abbinando a ciascuna di esse una fragranza capace di descriverla.
Non ci focalizzeremo soltanto sui testi che parlino in maniera esplicita e didascalica di odori ma ti racconterò di
quelli che per me avevano il profumo più nitido, fino ad arrivare alla mia fragranza preferita dell’ultimo Festival: una rosa color ottanio.

1995: Destinazione paradiso di Gianluca Grignani

A 8 anni il testo di destinazione paradiso lo avevo decisamente frainteso. Mia sorella lo cantava con un tale trasporto che per me questa canzone era ocra come il sole al tramonto. Immaginavo questo treno che correva attraverso una campagna estiva, tra il granturco ed il profumo dell’avena

Senza fermate ne confini

Solo orizzonti, neanche troppo lontani

Oat & Cornflower di Jo Malone è il profumo che mi ricorda destinazione Paradiso.

la fragranza creata da Mathilde Bijaoui è un cereale luminoso, arioso, con accenni floreali e lievi. Il sentore di avena è tostato, nocciolato e contribuisce a creare uno scenario paradisiaco, dove il fiordaliso cresce tra i campi coltivali, vicino ad un fiume di candido latte. Oat & Cornflower non è l’unica fragranza che mi ricorda le atmosfere paradisiache che immaginavo ascoltando questa canzone però: se ne vuoi conoscere altre, nello stesso stile, leggi il nostro articolo sui profumi cereali.

1997: Confusa e Felice di Carmen Consoli

Carmen Consoli per me era tinte sature e forti contrasti. Un fucsia fluorescente, punk e femminile. E dire che la sua voce brillante e tagliante, all’inizio mi pareva persino un po’ molesta. Confusa e felice non può che essere una fragranza rock’n’roll, forte e di rottura.

Sai benissimo che una goccia inonda il cielo

È così piccolo il mondo che ci osserva

Perfume.Sucks X Sasha Frolova di Perfume.Sucks è la fragranza che racconta alla perfezione Carmen Consoli negli anni 90. 

Dall’amore di plastica alle note cuoiate sintetiche che dell’esaltazione plastica fanno proprio la loro cifra. Sasha Frolova ha un accenno violento e fucsia di fragola, che ti aggredisce sin dall’apertura con sentori taglienti e che si arrotondano in un cuore legnoso e ricco di oud e cuoio. Una bambolina che in realtà è una rocker.

Abbiamo già parlato di Andreas Wilhelm, naso di Perfume.Sucks (letteralmente “i profumi fanno schifo”) nel nostro articolo che racconta la differenza tra piramide olfattiva e lista di ingredienti di un profumo, dimostrando quanto anche lui sia davvero rock.

2000: Il timido ubriaco di Max Gazzé

Potranno mai le mie parole esserti da Rosa?

Ricordo che questa canzone di Max Gazzé mi aveva folgorato. Un uomo timido che aveva bisogno di un bicchiere di vino per  dichiararsi alla donna amata, già sposata con un un orso sudato e pure puzzone.

Chino su un lungo e familiar bicchier di vino

Partito per un viaggio amico e arzillo

Già brillo

Il timido ubriaco di Max Gazzé per me è proprio la canzone perfetta per Rubacuori di Mirum, una fragranza rossa carminio, una rosa ubriaca, capace di curare la timidezza.

Densa, calda, mielata, liquorosa … Una rosa marinata nel limone e nelle spezie, che viene messa a galleggiare su un bicchiere di vino passito.

2018: Adesso di Diodato e Roy Paci

Dici che torneremo a guardare il cielo?

Nel 2018 Diodato e Roy Paci hanno spaccato i culi con una delle canzoni più belle mai portate nel palco del Festival.

Un inno alla vita, un invito a vivere il presente, un mantra cantato verso il cielo.

Capire che adesso è tutto ciò che avremo.

Il colore di Adesso è indubbiamente la nuance aldeidata del cielo. Un azzurro lieve, trasparente ed arioso. Lo stesso colore di Purezza di Hilde Soliani: panni lavati con sapone di marsiglia e stesi all’aria frizzante di marzo.

Una fragranza ariosa, ozonica con sfumature minerali e leggere. Un pulito che ti riempie l’anima e ti fa guardare il cielo. Magnifico.

2007: Luna in piena di Nada

Destabilizzante, anticonvenzionale, viscerale e fuori da qualsiasi strategia di mercato, luna in piena di Nada è un manifesto della femminilità, privo di retorica.

Abbiamo già parlato di fragranze lunari e Nada è la luna piena più grave e dark che io abbia mai sentito.

Prendimi la testa fra le mani

E tocca la paura vera

La mia timidezza mi incatena

Il suo timbro metallico e grave, quel “deun deun deun” che interrompeva la canzone in modo così destabilizzante ma al contempo magnetico. L’onomatopea di un grigio cromato, un color alluminio che contamina piano una notte blu scuro. La fragranza perfetta per la Luna in Piena di Nada non può che essere Stairway To Heaven, Jul et Mad.

Bacche rosse dissonanti, incenso e polvere da sparo creano un’apertura gelida che evoca atmosfere innevate, lunari, candide e metalliche al contempo. (ne abbiamo già parlato qui)

2024: Click Boom di Rose Villain

Ok, Annalisa sarà perfetta e Angelina Mango ha un attitudine da paura… Ma vogliamo parlare del carisma magnetico di Rose Villain?

Per me questa è stata la canzone più bella di questo Sanremo 2024.

Sai che dentro ho un mare nero che s’illumina?

Sei capace a trasformare il male in musica

Se fosse una fragranza Click boom avrebbe un’apertura classica, che potrebbe ricordare un cyphre di altri tempi che in realtà è solo il preludio di un’evoluzione divergente, moderna, leggera e sintetica che ti destabilizza.

In Experimentum Crucis di Etat Libre d’Orange,  Quentin Bisch è riuscito a disegnare una rosa azzurra che diventa progressivamente color ottanio, con sfumature mielate ed irresistibilmente oscure. Un’evoluzione contraria a quella della canzone di Rose Villain che però ne incarna perfettamente la dualità: sospesa tra frivola leggerezza e pesante incanto.

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