I profumi in Giappone: un’estetica sottile e discreta.

È da quando ho prenotato il mio volo per il Giappone che divoro articoli su nasi nipponici e cerco nei meandri di internet e delle librerie della mia città, ritagli di cultura olfattiva giapponese.
Una delle lezioni più affascinanti che ho imparato è che in giapponese alcune parole che si pronunciano in modo simile, celano in realtà enormi differenze.

Nella lingua giapponese infatti, la stessa pronuncia può riferirsi a kanji completamente diversi, con differenti significati.

  • 「紙」(si pronuncia kami) significa carta.
  • 「神」(si pronuncia kami) significa divinità o Dio.
  • 「髪」(si pronuncia kami) significa capelli.

“In una piccola variazione di intonazione, la carta si fa Dio oppure dei, e poi, in un altro salto della corda, si sfa in una ciocca di capelli. È kami, si dice sempre kami, ma allo specchio ogni kanji si vede per quello che è. 「紙」「神」「髪」e sciogliendoli, come si fa con i nodi del mare, ne scaturiscono storie differenti.”

Laura Imai Messina

La cosa affascinante (e pertinente) è che accade una cosa simile anche con l’olfatto

  • 「匂い」 (si pronuncia nioi) e descrive un odore o un profumo gradevole.
  • 「臭い」(si pronuncia nioi, quando aggettivo), e descrive un odore spiacevole, una puzza.

Curioso, vero?

È un confine sottile e delicato che caratterizza la percezione ed il gusto giapponesi. Quell’amore per fragranze lievi e leggere che si può trasformare facilmente in avversione, nel caso di profumi dalle scie e dalla proiezione più invadenti.

Giapponesi: amano i profumi delicati oppure sono dei veri parfum hater?

Black Narcissus è un blogger che vive in Giappone e che seguo da molto tempo. Di recente ha pubblicato nella rivista ODOU un bellissimo articolo intitolato “perfume haters” (se vuoi leggerlo ne trovi un pezzettino nel suo blog).

Un bel racconto di come in Giappone le profumerie come le intendiamo noi, quasi non esistano. Si vendono fragranze al supermercato, ai grandi magazzini, in libreria, nei concept store… Ma le profumerie sono proprio poche.

Funzionano le fragranze lievi e leggere, quelle morbide ed ariose, mai invadenti oppure esagerate.

Gli addetti alle vendite delle rarissime profumerie indossano guanti scuri e sembrano automi che si muovono silenziosi ed algidi di una distanza glaciale che esclude qualsiasi forma di coinvolgimento emotivo.

Insomma, se anche tu come me hai un biglietto aereo pronto, stai attento: in Giappone non è raro essere rifiutati da un ristorante nel caso in cui il tuo profumo sia più invadente dell’odore del loro salmone. 

qui i costosi profumi occidentali sono visti, penso, come L’Altro. Il diverso.
E L’Altro è fondamentalmente qualcosa che un giapponese non capisce, che puoi guardare persino con deferenza […] personalmente in Giappone collocherei il profumo all’interno della sua cornice non amorevole, distanziante e paranoica.”

Black Narcissus

Non si tratta soltanto di una percezione ma di un dato di fatto sostenuto da evidenze scientifiche. 

Sono proprio gli studi quantitativi sulle preferenze tra i giapponesi ad evidenziare questo approccio più lieve nella scelta delle fragranze. Ad esempio, un paper che esplora la classifica di varie fragranze tra donne giapponesi di diverse età ha dimostrato che sebbene le preferenze di profumo possono variare, la tendenza generale è quella a preferire profumazioni meno intense e più naturali (Mitsuno & Ueda, 1994).

E se Black Narcissus vede la causa principale in una forma interiorizzata e silenziosa di protezionismo culturale, io credo che la questione sia molto complessa e tocchi anche il cuore dell’estetica olfattiva giapponese: il Kōdō.

Cos'è il Kōdō?

La cultura dell’incenso giapponese, e in particolare l’arte del “Kōdō” (香道), letteralmente “la via del profumo” è una pratica tradizionale che riflette l’estetica giapponese fatta di forme sottili, delicate e minimali.

Originariamente associato esclusivamente a cerimonie religiose ed alla nobiltà giapponese, oggi Kōdō si è evoluto in una pratica culturale raffinata e codificata che è diventata ispirazione per molte note fragranze, anche occidentali. (qualcuno ha detto Floraiku? Penso in particolare alla linea dedicata ai forbidden incense)

Un po’ come facciamo io e la Mel nelle nostre sedute di annusata selvaggia, i partecipanti al Kōdō sono invitati a riflettere e meditare sulle fragranze a loro presentate. Ogni incenso può avere associazioni uniche, diversi tipi di legno di agar possono evocano stagioni specifiche, colori o momenti e le sfumature olfattive floreali possono arricchire l’esperienza generando sinestesie e significati culturali e personali unici.

Ma quindi i giapponesi amano gli odori lievi per via del KODO?

Vabbé, sì, anche. Ma non solo.  Si tratta ovviamente di una commistione di fattori ma credo che il Kodo giochi un ruolo piuttosto importante, profondo e radicato.
Premi i commutatori qui sotto per approfondire e scoprire cosa dicono a riguardo ricercatori e scienza:

Il Kōdō si concentra sull’uso di incensi naturali, spesso caratterizzati da sfumature olfattive delicate e complesse da cogliere nella loro tridimensionalità. Non immaginare di fumigare Megamare oppure Perverso di Baruti, dunque: il kodo è una pratica meditativa che richiede attenzione e sensibilità per essere pienamente apprezzata. (Nakagawa & Kuwahara, 2020).

Il concetto di “Omotenashi” o ospitalità giapponese sta alla base del KODO e si estende alla scelta di profumi e fragranze capaci di evocare una sensazione fresca, piacevole e lieve. Non si tratta di una scelta protezionista quanto piuttosto di una filosofia legata all’attenzione per l’altro e profondamente radicata nella cultura giapponese. Riflette una diretta consapevolezza dell’impatto dei profumi sugli ospiti e il desiderio di creare un’atmosfera accogliente attraverso l’uso di fragranze che siano sobrie e raffinate (Nakagawa & Kuwahara, 2020).

Gli effetti calmanti di specifici oli essenziali naturali, come il frutto di agrumi giapponese yuzu, sugli stati d’animo e sui marker di stress, suggeriscono un’apprezzamento culturale per profumi naturali, sottili che contribuiscono al benessere. Questa preferenza per profumi naturali e meno prepotenti si allinea non solo con il KODO, ma su più larga scala anche con i modelli culturali di percezione e apprezzamento delle fragranze in Giappone (Matsumoto, Asakura, & Hayashi, 2014).

Sei fragranze perfette per non farsi buttare fuori dai ristoranti in Giappone

Potevamo non chiudere questo articolo con la nostra selezione del cuore?

375x500.47873

Fleur de Sanshō
di Masaki Matsushima

Un profumo elegante e sofisticato, ad un prezzo davvero piccino. Fleur de Sanshō è lieve ed ozonico. Un floreale polveroso e speziato che sfuma nei sentori di the. Un piccolo gioiellino discreto e mai invadente.

65 € per 80 ml

375x500.74552

Jardin Des Mots
di ÉDIT(h)

Immagina un giardino con un frutteto di agrumi, nascosto in un angolo, nel trambusto di tokyo. L’odore dell’erba, quello dei fiori e degli alberi per un affresco moderno e sofisticato.

185 € per 50 ml

2 yohji-yamamoto-i-am-going-to-disturb-you-homme-edp-100-ml

I’m Not Going to Disturb You Femme di Yohji Yamamoto

Leggendo le recensioni in giro credo non sia stata capito a sufficienza: la sua discrezione è elegante (non insipida) ed il nome ne è manifesto. Un fiore di tabacco trasparente, impreziosito da vaniglia talcata.

50 € per 30 ml

375x500.66334

A Drop d’Issey
di Issey Miyake

La goccia di Issey è la fragranza che usa la Mel per andare a letto. Un abbraccio discreto, pulito e morbido. Una mandorla muschiata, femminile e floreale

70 € per 50 ml

375x500.105

Annayake Pour Elle
di Annayake

The bergamotto e fiori di campo per una fragranza lieve e spensierata che ti invita a lasciare andare. Un the floreale per nulla banale, pulito ed a tratti addirittura pepato

65 € per 80 ml

375x500.56089

Yuzu
di J-Scent

Anche io che non amo lo yuzu riesco a percepire tutto il benessere amaro degli agrumi, grazie a J-Scent. Uno yuzu in purezza che è lineare e punge con dolce discrezione.

122 € per 50 ml

Menzione d'onore: leggerezza made in Italy

Laetitia
di Angela Ciampagna

Sai che una volta, le case profumiere italiane, producevano almeno un profumo dedicato ai bimbi?
Non era una mossa commerciale, quanto più una tradizione bella e benaugurale.

È il presupposto dal quale nasce Laetitia di Angela Ciampagna, un’acqua profumata senza alcol dalle nuance leggere, acquatiche e dolci. Bellissimo anche per gli adulti e perfetto per i ristoranti giapponesi.

120 € per 100 ml

Parole profumate: gli yoji jukugo ed il profumo della luna

Yojijukugo (四字熟語) sono espressioni giapponesi formate da quattro kanji, che portano significati profondi e spesso riflettono principi etici, naturali, filosofici o persino spirituali. 

Uno dei miei yoji jukugo preferiti sembra nato per descrivere alla perfezione un profumo in pieno stile giapponese.

香風明月 (kōfūmeigetsu) – Questo yoji jukugo letteralmente si traduce in “vento profumato, luna luminosa” ed evoca l’immagine di una notte serena e piacevole, dove l’aria di marzo è permeata dal dolce profumo della natura e la luna splende limpida e lieve nel cielo. I kanji che lo compongono sono:

  • 香 (kō) – profumo, fragranza
  • 風 (fū) – vento
  • 明 (mei) – luminoso, chiaro
  • 月 (getsu) – luna 
Abbiamo già parlato tempo fa di fragranze lunari, capaci di catturare tutto il fascino delle notti primaverili, ma vogliamo aggiungere una fragranza inedita, che profuma proprio di 香風明月 .

Gyokuro 
di Merchant of Venice

Il Gyokuro è uno dei tè più pregiati del Giappone, il suo nome significa “Perla di Rugiada” o “Rugiada di Giada”.

Merchant of Venice lo racconta sottovoce con un lusso elegante e sussurrato. Un the floreale dal sillage discreto, addolcito da nuances leggere e fruttate di una pesca morbida e femminile. Sorseggiato di notte, mentre osservi la luna.

206 € per 100 ml

Ti va di restare ancora un po' con noi?

Leggi uno dei nostri ultimi articoli:

Fonti

  • The Strength of the Fragrance for One and a Half Thousand Years: Agarwood in the Japanese Art of Incense – E. Voytishek, A. Rechkalova – 1 ott 2020
  • Nakagawa, H., & Kuwahara, N. (2017). A Study on the Odor in “Omotenashi”, Japanese Hospitality. 
  • Mitsuno, T., & Ueda, K. (1994). A Study of Fragrance Preferences
  • Nakagawa, H., & Kuwahara, N. (2020). Analysis of Perfumes Used to Create Fragrances that Give a Sense of Hospitality
  • Matsumoto, T., Asakura, H., & Hayashi, T. (2014). Effects of olfactory stimulation from the fragrance of the Japanese citrus fruit yuzu (Citrus junos Sieb. ex Tanaka) on mood states and salivary chromogranin A as an endocrinologic stress marker. Journal of alternative and complementary medicine, 20(6), 500-6
  • Laura Imai Messina, Blog

     

  • Black Narcissus, Blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *