Il profumo nei paesaggi interiori di Haruki Murakami: sinossi olfattiva di Tokyo Blues Norwegian Wood

Pubblicato per la prima volta nel 1987 in Giappone con il titolo “ノルウェイの森” (Noruwei no Mori), Tokyo Blues Norwegian Wood” è uno dei romanzi più celebrati di Haruki Murakami.

In questo articolo analizzeremo come il romanzo riesca ad accompagnarci anche con l’olfatto dentro ai “paesaggi interiori” dei suoi personaggi. Esploreremo come Murakami usi dettagli sensoriali, specialmente gli odori, per disegnare paesaggi che riflettono le emozioni e le esperienze dei protagonisti. Ci muoveremo attraverso i brani di quattro momenti chiave, ognuno dei quali verrà abbinato ad una fragranza che ne catturi l’essenza.

Tokyo Blues Norwegian Wood: il Romanzo

Ambientato nel Giappone degli anni ’60, “Tokyo Blues Norwegian Wood” segue la storia di Toru Watanabe, uno studente universitario cha narra le vicende in prima persona attraverso un lungo flashback. La trama si concentra sulla crescita personale del protagonista, influenzata dalle sue introspezioni e dai legami che intreccia con altri personaggi, in particolare Naoko e Midori: due giovani donne molto diverse tra loro, delle quali si innamora.

Norwegian Wood” è un’opera letteraria che esplora temi universali come la crescita, la solitudine, l’amore, la morte e la ricerca di un significato nella vita in modo coinvolgente e profondo. Il romanzo trasmette un’intensa malinconia che rispecchia la complessità delle relazioni interpersonali, offrendo una riflessione profonda sulla condizione umana.

“Tokyo Blues Norwegian Wood” di Haruki Murakami esplode sulla scena letteraria giapponese nel 1987 come un evento senza precedenti. Questo romanzo, pubblicato in due volumi, raggiunge una straordinaria popolarità tra il pubblico e sorprendendo tutti con vendite che superano rapidamente la cifra di tre milioni e mezzo di copie.

Il tema sentimentale, la netta impronta realistica e l’intensità emotiva del romanzo segnano un’inusuale deviazione dallo stile tipico dell’autore che si allontana per la prima volta dal consueto realismo magico, eliminando gli elementi elementi surreali e quella persistente sensazione di straniamento che caratterizzano il resto della sua produzione letteraria.

gli odori ed il paesaggio interiore nei mondi di Haruki Murakami

Nonostante gli stimoli sensoriali olfattivi non siano mai il fulcro principale della narrativa di Murakami, il suo stile descrittivo dettagliato crea paesaggi così vividi che permette agli odori di prendere vita.

In questo articolo, esamineremo quattro momenti descrittivi chiave nella narrazione di “Tokyo Blues Norwegian Wood” e analizzeremo gli odori evocati attraverso parole e immagini, assegnando a ciascuno una fragranza rappresentativa.

Per farlo cammineremo insieme tra quattro “paesaggi interiori” dove la storia di Toru Watanabe si intreccia a quella di Naoko o di Midori, ripercorrendoli nello stesso ordine in cui questi vengono raccontati nel romanzo.

Il “paesaggio interiore” è un concetto letterario che si riferisce alla rappresentazione simbolica o metaforica delle emozioni, dei pensieri o della psicologia dei personaggi attraverso la descrizione del loro ambiente esterno o fisico

In altre parole, quando si parla di “paesaggio interiore,” ci si riferisce alla pratica di utilizzare il mondo esterno o il contesto ambientale per riflettere, simboleggiare o amplificare lo stato interiore di un personaggio.

Quando ad esempio quando fuori c’è il sole, tu sei in un prato verde e dentro sei felice. Oppure come quando fuori c’è la nebbia ed anche dentro senti una grande confusione.

Il paesaggio è dotato dell’attributo del linguaggio letterario, invitando i lettori a un dialogo più umano con la natura e con se stessi
Sun Ke-Fen

Un esempio di “paesaggio interiore” in “Norwegian Wood” di Haruki Murakami è la descrizione dei luoghi che Toru Watanabe visita durante la sua giovinezza universitaria. In particolare, il cimitero in cui Toru trascorre del tempo è un chiaro esempio di come l’ambiente esterno possa riflettere lo stato d’animo del protagonista.

Quando Toru visita il cimitero vicino all’università, l’autore descrive l’atmosfera come tranquilla, cupa e silenziosa. Le lapidi, la vegetazione ed il paesaggio circostante sono descritti in modo da creare una sensazione di solitudine e riflessione. Questa immagine del cimitero funge da specchio per il senso di perdita e di inquietudine interiore che Toru sperimenta in quel momento particolare della sua vita. Il cimitero diventa un “paesaggio interiore” che rappresenta la sua lotta emotiva e la sua ricerca di significato.

Primo paesaggio interiore: il prato tra le montagne

Il primo paesaggio interiore che analizziamo è il bosco che un ormai trentasettene Toru Watanabe riesce ad immaginare nel dettaglio grazie alla Madeleine proustiana generata dall’ascolto della canzone “Norwegian Wood” dei Beatles, in aereo. 

La musica lo riporta indietro nel tempo, dando il via alla narrazione dei suoi ricordi e delle sue esperienze, attraverso un flashback che parte da un nitido paesaggio interiore.

Anche adesso che sono passati diciott’anni, riesco ancora a ricordare chiaramente quel prato e il paesaggio intorno. 
Le montagne, che una dolce pioggia interminabile aveva lavato dalla polvere di tutta un’estate, si erano ricoperte di un verde profondo e smagliante, il vento di ottobre faceva fremere qui e là le piume dei susuki e nuvole lunghe e sottili aderivano perfettamente alla sommità del cielo, azzurro e trasparente come una lastra di ghiaccio. […] Mentre camminavamo, Naoko mi raccontava del pozzo.

L’Eau de Merzhin di Anatole Lebreton ben rappresenta le suggestioni dell’autore. Un profumo verde e leggero con un’apertura secca e amara. Fieno ed erba che si ammorbidiscono in un cuore cremoso, soffice come nuvole lunghe e sottili e dolce di fiori. La dolcezza che si disvela ricorda la passeggiata tra due innamorati, che si raccontano e si aprono  piano piano. La nota polverosa di iris può ricordare la polvere estiva che, sovrastata dalla foglia di violetta viene percepita come acquosa, bagnata, lavata dalla pioggia ed ancora bagnata di rugiada.

Secondo paesaggio interiore: il bosco di pini

La prima estate in cui Toru visita Naoko al centro di riabilitazione psichiatrica dove questa viene curata, i due si immergono in una conversazione profonda. La pineta dove passeggiano è un paesaggio interiore che rappresenta un momento chiave di ricerca e crescita in cui si sviluppa una  connessione autentica tra i due personaggi. Toru e Naoko vengono alleggeriti dei loro pesanti ricordi e traumi che, come cicale morte in settembre, continuano a fare rumore attraverso lo scricchiolio dei loro resti.

“Camminavamo in un bosco di pini immobile e silenzioso. I cadaveri disseccati delle cicale morte alla fine dell’estate, sparsi sulla strada, scricchiolavano sotto le nostre scarpe. Io e Naoko camminavamo lentamente tra i pini con lo sguardo rivolto al terreno come se stessimo cercando qualche oggetto smarrito […]

guardando in alto il cielo tra i rami dei pini. Naoko, le mani di nuovo ficcate nelle tasche della giacca.”

Bindebole di Pineward Perfumes offre una rappresentazione quasi fotorealistica del secondo paesaggio interiore di Toru. Vaporizzarlo è come godere di una passeggiata in un bosco di pini, in estate. Ogni dettaglio dell’albero si avverte vividamente: la corteccia, la resina, gli aghi, le pigne… Bisogna proprio dare atto al brand del brand che in apertura della propria home page promette  “Proceed only if you would like to smell like a pine tree.”, ovvero procedi nella navigazione solo se hai intenzione di odorare come un pino.

Bindebole ha un carattere piuttosto secco ed evoca una foresta della stagione più calda; rinuncia dunque ai sentori di sottobosco ed ai toni terrosi ed umidi che caratterizzano molte altre fragranze dello stesso brand.

Una sfumatura olfattiva presente, leggermente simile al pistacchio oppure al pinolo, potrebbe essere considerata la rappresentazione perfetta dei cadaveri disseccati delle cicale (i loro ricordi) che si frantumano sotto i passi dei protagonisti.

terzo paesaggio interiore: il sogno di toru

In uno stato di coscienza a metà tra il sogno e la veglia, Toru immagina un amplesso con Naoko. Il protagonista non è più nel suo letto ma si trova circondato dal bosco, tra l’odore della radura, il rumore della pioggia ed il sapore della pelle salata dell’amata, accompagnato dal suo pensiero.

Chiusi gli occhi e sentii il soffice peso dei suoi seni contro il mio petto, il suo sussurro che mi sfiorava l’orecchio, le linee del suo corpo sotto le mani. Nel buio ritornai nel piccolo mondo di Naoko. Respirai l’odore della radura, udii il rumore della pioggia di notte. Pensai a Naoko nuda alla luce della luna, allo stesso corpo morbido e bello avvolto nell’impermeabile giallo, e mi apparve l’immagine di lei mentre rigovernava gli uccelli o coltivava l’orto. […]  Dopo la confusione la testa mi si era un pochino calmata ma lo stesso non riuscivo a dormire. Anche se ero stanchissimo e il mio corpo reclamava il sonno, non c’era niente da fare.

Il bosco dove sorge il centro psichiatrico in “Norwegian Wood” è una remota zona rurale fuori da Tokyo. Un luogo tranquillo e isolato, circondato dalla natura, che, sebbene possa creare un senso di isolamento, offre ai pazienti l’opportunità di riflettere, guarire e ritrovare la pace interiore. La fragranza Nox di Angela Ciampagna cattura la dualità tra la luce (la possibilità di guarigione) ed il buio (l’isolamento e la separazione dalla società) che permea questo luogo.

Ispirata ad una danza nel sostizio, ad una passeggiata notturna nel bosco è il profumo che Ciampagna crea per celebrare la notte. La sua nota salata ricorda la pelle sudata di Naoko, il ciclamino la sua femminilità. Il legno di Hinoki, cipresso giapponese, è vero punto focale della fragranza e con le sue frasche verdi ed amare ci protegge dalla pioggia, quasi come fossimo al centro della radura, di notte.

Quarto paesaggio interiore: l'incendio sul tetto.

Senza rivelare troppo e senza fare spoiler, c’è una scena cruciale che coinvolge un incendio, e che ha un impatto significativo sulla vita di Toru e di Midori. Questo evento segna un  vero punto di svolta nella storia ed è intriso di una poesia realista, malinconica e decadente.

“Seguii Midori su per una scala stretta e ripida che partiva dal fondo del corridoio e sbucammo su un vasto terrazzo usato per stendere la biancheria. Il terrazzo era molto piú elevato rispetto alle case del vicinato e si aveva una completa visuale del quartiere. Da tre o quattro palazzi di distanza si levava un denso fumo nero che, trasportato da un vento leggero, arrivava alla strada principale. La puzza di bruciato riempiva l’aria – È la casa dei Sakamoto, – disse Midori sporgendosi dalla balaustra. – Sakamoto aveva una ditta di forniture edilizie, ma da un po’ di tempo aveva chiuso e non lavorava piú.”

A City On Fire di Imaginary Authors non si limita ad immaginare un piccolo incendio ma evoca la scena distopica di un’intera città data alle fiamme per colpa di un problema in una fabbrica di fiammiferi. L’apertura della fragranza infatti ricorda l’odore del legno bruciato ed è affumicata, arsa, a tratti difficile e respingente. 

Mentre l’incendio divampa, però, il vento cambia direzione. Nel drydown questa fragranza lascia sulla tua pelle un celato ed inaspettato sentore muschiato, quasi pulito. Potrebbe ben rappresentare quell’ammorbidente vagamente fruttato che era stato usato per i panni stesi al sole in quel terrazzo, fino a poco prima inquinato dal fumo di un incendio e dall’eccitazione di Toru e di Midori. Potrebbe stare a significare un momento di evoluzione e di crescita, il fuoco dell’adolescenza seguito dalla consapevolezza della crescita.

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