Olivia Giacobetti: l’arte dell’effimero e della leggerezza

Chi è Olivia Giacobetti

Olivia Giacobetti (Boulogne-Billancourt 1966) è una dei nasi più influenti della profumeria contemporanea. 

Carota, fico, cetriolo, mela cotogna, lillà, camomilla, galbano: non è la centrifuga benessere del bar pollini ma sono soltanto alcune delle note che caratterizzano lo stile inusuale di Giacobetti, vera maestra del regno vegetale.
La sua capacità di esplorare accordi inaspettati in profumeria, esaltandone la trasparenza e la leggerezza, l’ha portata a creare fragranze fresche, naturali e al tempo stesso sofisticate.

Il suo stile, definito da un’estetica minimalista ed eterea, si basa su armonie delicate, spesso abbinate a legni, trattati in modo materico ma sempre lieve e trasparente.

Il giorno in cui Olivia ha inventato il fico

Mentre scrivo questo articolo è giugno, ed ogni volta che passeggio nel giardino sotto casa vengo invaso dal profumo degli alberi di fico. Mi fermo a toccare le grandi foglie verdi, strofinandole appena fra le dita, e mi inebrio del loro verde precoce, dolciastro e pungente. Che magia. Mi ricorda lo stesso incanto, misto a stupore, che ho provato annusando il mio primo profumo di nicchia: Philosykos. Il fico verde e realistico creato da Giacobetti nel 1996.

Che poi se ci pensi è stranissimo: per quanto odorosa e ammaliante la foglia di fico non può essere usata naturalmente in profumeria. La materia prima infatti contiene un agente urticante e fototossico, il bergaptene (o 5-metossipsoralene), vietato dall’IFRA e potenziale causa di irritazioni ed allergie cutanee.

Oggi siamo abituati a una miriade di profumi al fico, quasi come se ogni nuovo brand che si affacciasse sul mercato fosse obbligato, pistola alla tempia, a fornirne una sua interpretazione.

Ma quando Olivia Giacobetti, nel 1994, creò l’accordo fico per Premier Figuier di L’Artisan Parfumeur, fu una vera e propria rivoluzione. In un panorama olfattivo dominato da fragranze fruttoviolente, floreali, opulente e gourmand dolci, l’approccio innovativo di Giacobetti, che prediligeva odori verdi e trasparenti ed accordi fruttati leggeri ed insoliti, aprì la strada a una nuova estetica. 

Il suo accordo fico, in particolare, così realistico e apparentemente semplice, catturò l’attenzione del pubblico e dei critici, diventando un progetto di riferimento per molti profumieri.

L'accordo fico di Olivia Giacobetti: tra poesia e fotorealismo

Fu un passo audace verso quelle fragranze didascaliche che oggi sono tanto ricercate dalla nicchia e dalla profumeria indipendente, amate da molti e odiate da moltissimi. Quelle creazioni che anziché evocare un paesaggio olfattivo in modo tradizionale e metaforico, nel pieno stile della profumeria tradizionale francese, puntano piuttosto a descrivere un soggetto con crudo fotorealismo. 

Nel suo Premier Figuier (e nel suo Philosykos, reso ancora più linfatico e trasparente qualche anno più tardi), Giacobetti riuscì a creare un accordo che catturasse le note verdi e croccanti delle foglie, la dolcezza lattea del frutto maturo e la secchezza legnosa dei rami, senza mai sacrificare quella leggerezza che ancora caratterizza il suo stile personale.

Come lei stessa ha affermato:

“Il fico è semplicemente l’albero della mia infanzia. Quello nel giardino della nostra casa vacanza era così grande che il suo profumo divorava tutto il resto. Vent’anni dopo, quando ho realizzato Premier Figuier per L’Artisan Parfumeur, volevo riscoprire la sensazione di questo profumo verde e lattiginoso che avvolge ogni cosa. Sinceramente ho creato qualcosa di molto personale senza immaginare che potesse portare così tanto piacere a così tante persone. L’Artisan Parfumeur è stato costruito con la libertà di esplorare nuovi temi, senza il vincolo di dover seguire le mode. Allora, le fragranze non erano state create per soddisfare la domanda del mercato, e molte fragranze davvero uniche sono emerse senza passare attraverso il filtro dei test sui consumatori, a cominciare da Mûre & Musc, Voleur de Roses, poi Premier Figuier, Passage d’Enfer, Bois Farine… Il risultato è una gamma di fragranze senza tempo.”

Olivia Giacobetti

Oggi la formula esatta dell’accordo fico di Olivia Giacobetti rimane ancora un segreto. Tuttavia, possiamo immaginare che la freschezza delle foglie possa essere ricreata grazie a molecole come lo Stemone e il Cis-3-Hexenyl Acetate, mentre il carattere latteo potrebbe derivare da lattoni come il gamma-Decalactone e il gamma-Octalactone. Note legnose come il Cedramber e l’Iso E Super potrebbero contribuire alla secchezza legnosa, e la nota di cocco arricchirebbe ulteriormente la complessità dell’accordo, reso giusto un po’ più fresco da un puntino di menta erbacea.

Un curriculum di tutto rispetto

Figlia d’arte – suo padre era il celebre fotografo di moda Francis Giacobetti – Olivia ha ereditato un occhio attento alla bellezza ed una sensibilità unica. A soli 9 anni, folgorata dal film “Lovers Like Us” con Yves Montand nei panni di un profumiere, scopre la sua passione per il mondo delle fragranze.

Giacobetti ha iniziato a lavorare nel settore della profumeria a soli 16 anni, nel 1982, presso Annick Goutal. L’anno successivo è entrata a far parte di Robertet, dove ha lavorato per sette anni come assistente profumiera.

Gli anni trascorsi presso L’Artisan Parfumeur, dal 1993 al 2007, sono stati un periodo di intensa sperimentazione e crescita artistica per Olivia Giacobetti. La maison le offre infatti la sufficiente libertà di esplorare territori olfattivi diversi, permettendole di affinare il suo stile unico e riconoscibile.

In questo periodo, Giacobetti crea fragranze che spaziano dalle note verdi e fruttate a quelle legnose e speziate, dimostrando una versatilità sorprendente. Anche nelle sue creazioni apparentemente più lontane dalla sua proverbiale leggerezza, come l’incenso caldo e avvolgente di Passage d’Enfer o il gourmand (per chi non li ama) Dzing!, riflettono sempre però una certa cifra stilistica: una ricerca costante di equilibrio e trasparenza, ottenuta attraverso l’uso sapiente di odori freddi e note leggere capaci di “raffreddare” le atmosfere olfattive più calde ed intense.

Non solo Artisan Parfumeur e Diptique, però. Negli anni Olivia Giacobetti ha collaborato anche con altre illustri case profumiere, creando fragranze che sono diventate dei vere e proprie pietre miliari;

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Hiris
(Hermès, 1999)
Un iris piovosa e malinconica, misurata e romantica, che evoca un’atmosfera autunnale e rarefatta.

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En Passant
(Frédéric Malle, 2000)

Un profumo incantevole e misurato, trasparente e acquatico, che cattura la delicatezza eterea dei fiori di lillà.

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Idole
(Lubin, 2005)

Un liquore speziato che apre caldo e violento ed in un paio d’ore evolve in un sussurro lieve di cuoio e legni.

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Elixir
(Penhaligon’s, 2008):

Un incenso etereo e medicinale, dalla solida base legnosa, raffreddato dall’eucalipto ed acceso da note di cannella.

Tre costole di Olivia Giacobetti (ma chi ha scritto questi titoli?)

Nel 2003, Giacobetti ha dato vita a IUNX, una profumeria parigina dal concept innovativo che univa natura e tecnologia in un’esperienza olfattiva unica. La collezione e la boutique, al 13 di Rue de Tournon, si improntavano tutte su “un’eleganza atemporale, dove un soave richiamo di seduzione fluttua delicato, insinuandosi nell’inconscio e risvegliando sogni, memorie, istanti e paesaggi onirici.” Nonostante la qualità delle fragranze e l’originalità del concept, IUNX non ha ottenuto i risultati commerciali sperati.

Nel 2008, Giacobetti ha lanciato Honoré des Prés, una linea di profumi biologici certificati, con ingredienti naturali al 100% ed un prezzo accessibilissimo. Questo progetto conferma l’amore di Giacobetti per le note vegetali insolite e la sua straordinaria capacità tecnica; mica facile lavorare solo con materie prime naturali. La fragranza “Love les Carottes” è il nostro Must Smell. Qui Giacobetti offre la nostra interpretazione preferita, la più didascalica ed affascinante della nota di carota in profumeria.

Nel 2023, Olivia Giacobetti ha collaborato con Zara per creare la collezione “A Perfume by Olivia Giacobetti”, composta da quattro fragranze muschiate e trasparenti: Livre Blanc, Popeline Blanche, Blanc Ensoleillé e Vapeur Blanche. Questa collezione rappresenta una sintesi perfetta del minimalismo olfattivo di Giacobetti e della sua ricerca di leggerezza, offrendo profumi accessibili e al tempo stesso sofisticati.

Tra questi, Vapeur Blanche il mio preferito che mi ha regalato Mel proprio qualche giorno fa, si distingue per l’uso magistrale dell’eucalipto, una nota notoriamente insidiosa che di solito non amo, che per l’occasione viene trattata con grazia e delicatezza magistrali.
Il risultato, al nostro naso, è un profumo che evoca la freschezza della carta: un foglio A4 appena aperto da una risma. un’interpretazione forse ancora più riuscita di moderni classici come Paper Plane di Costume National o Eau Papier di Diptyque… Ad un prezzo decisamente più accessibile.

Il realismo magico di Olivia Giacobetti: nuove frontiere di eleganza

Cerco soprattutto la semplicità, e più vado avanti più semplifico le mie formule per mantenere l’essenziale. Mi sembra che più l’accordo sia preciso, più diventi espressivo.

A questo punto, il lettore potrebbe quasi essere tentato di considerare l’estetica di Giacobetti meno nobile rispetto ad esempio alle trasparenze botaniche di Jean-Claude Ellena oppure allo studio armonico di Sophia Grojsman.

La ricerca olfattiva di Olivia Giacobetti invece profuma di una nuova forma di eleganza; giocosa e raffinata al tempo stesso

La profumiera infatti, attraverso un approccio minimalista e votato alla semplificazione continua, usa la dimensione ludica di accordi fotorealistici, divertenti e sorprendenti, per creare fragranze che celebrano l’insolito, l’effimero e la leggerezza

Dalle sfumature del cetriolo alla dolcezza polverosa della carota, dal piccantino delicato della camomilla alla foglia linfatica di Fico, Olivia Giacobetti riesca a catturare gli odori più leggeri della terra, trasformandoli in stupore.

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