Oud wave… Ma da quant’è che l’oud va di moda in occidente?

Sapevi che non è stato Montale il vero precursose della Oud wave?

Con il neologismo oud wave non parliamo di un genere musicale o di un gruppo kpop ma piuttosto vogliamo raccontarti dell’onda di oud che ha travolto parte della profumeria occidentale nella seconda metà degli anni 2000.

Facciamo un esperimento

Adesso facciamo un gioco. Prova ad attingere ai cassetti più reconditi della memoria (se sei abbastanza maturo), oppure prova chiedere a tua mamma o a tuo zio… Ricordi di aver mai trovato la classica combinazione rosa-oud in una normale profumeria negli anni 90?

Secondo me no.

A pensarci bene i primi timidi tentativi di portare l’oud nella profumeria occidentale infatti non sono stati esattamente memorabili.

In pochi ad esempio ricorderanno Oud for Highness 75 di Krigler del 1975 (che non abbiamo mai avuto la fortuna di annusare), creato per un mercato estero e poi aperto anche al commercio in Europa…

Oppure, un po’ più tardi, il piccolo flop di vendite di Balenciaga Pour Homme che già nel lontano 1990 chiudeva con un fondo caldo di oud e benzoino.

I primi timidi oud in occidente

Piuttosto potresti ricordare Todd Oldham di Todd Oldham del 1995.

A scegliere di integrare l’oud nella formula fu Jeffrey Dame (non il killer, leggi meglio il cognome). Creativo e addetto marketing per diversi brand, Dame era riuscito ad intercettare l’amore verso l’oud del designer Todd Oldham che aveva vissuto per diversi anni in medio-oriente.

“Dopo il lancio di Todd Oldham, ho continuato una ricerca personale sull’aoud e ho sviluppato un’ampia gamma di note di aoud lavorando con profumieri di Dragoco, H&R, IFF, Firmenich e Fragrance Resources.

All’epoca l’aoud era una specie di hobby personale per i profumieri, una nota con cui amavano giocare ma a cui nessuno sul mercato era interessato

Nel 1999 sono volato a Jeddah in Arabia Saudita con la mia collezione di concetti di fragranze aoud per fare una presentazione al mio distributore locale. Hanno rifiutato il progetto convinti che gli aoud adattati ai mercati occidentali non avrebbero mai avuto successo.”

Jeffrey Dame

Abbiamo capito insomma che negli anni 90 l’oud non è un ingrediente così diffuso nella profumeria occidentale. 

Martine Micallef sostiene di essere tra le prime creatrici ad integrare l’aoud nelle sue fragranze (anche se boh, a parole sono bravi tutti)

“lo uso fin dal lontano 1997, quando pochi brand lo conoscevano. Sono sempre stata attratta dalla cultura orientale, forse per via delle mie origini maltesi, e ho scoperto il mistero dell’AOUD per creare profumi mescolando la cultura francese con quella mediorientale.”

Martine Micallef

La cruda rivoluzione di YSL

A sdoganare davvero l’Oud nella profumeria commerciale mainstream sarà però indiscutibilmente Yves Saint Laurent con M7, nel 2002.

Una fragranza audace ed all’avanguardia, creata da Alberto Morillas e Jacques Cavallier proprio negli anni in cui il direttore creativo YSL era nientemeno che Tom FordUna scuderia di 3 pezzi da 90, uniti nel creare e raccontare un profumo che è stato in realtà una piccola rivoluzione, capace di fotografare finalmente anche per il pubblico occidentale quella calda varietà di oud cruda e calda che sarà loro tanto cara negli anni a venire.

Una bomba di oud ambrato e cremoso, sostenuto da un labdano nocciolato e coriaceo ed arricchito da un’apertura agrumata sottile.  Si tratta di un oud davvero tridimensionale: Legnoso, fumoso, cuoiato e acre… Che ottenne però una risposta commerciale piuttosto claudicante.

Malgrado ciò l’influenza di M7 si respirò profumata durante tutto il secondo decennio degli anni 2000 e fu per chi scrive la vera forza generatrice della Oud Wave.

Crudo e sensuale come le foto della geniale campagna pubblicitaria, firmate Sølve Sundsbø e dirette da Tom Ford

Non che volessimo pubblicare a tutti i costi dei piselli in questo blog, ma crediamo che la censura sia qualcosa di stupido ed infimo quando applicata all’arte e la potenza comunicativa di queste immagini aiuta bene a descrivere una fragranza sensuale, maschile e rivoluzionaria.

Forse ancora troppo avanti e troppo visionaria per il suo tempo.

E Montale?

Negli anni 90, Pierre-Louis Reppelin (rampollo della famiglia dietro il celebre brand Comptoir Sud Pacific), conosciuto ai più come Pierre Montale è innamorato del medio oriente e della profumeria orientale, che studia ed approfondisce in loco fino ai primi 2000.

Nel 2005, quando è ormai tornato a Parigi da due anni, ed ha fondato la sua casa profumiera Montale, Pierre (anzi, sua moglie) sente che il terreno è ormai pronto ad essere travolto da tutta la potenza dell’Oud Wave.

“Quando lavoravo in Arabia Saudita, l’ingrediente principale di tutte le fragranze era l’oud. Numero uno: oud, numero due: oud… E quando l’ho provato per la prima volta, ho pensato: “Oh mio Dio, cos’è?!”. Per me era molto intenso, forte. Ma in seguito abbiamo stretto un legame e ho portato mia moglie a provare un mix di oud e rosa. Le è piaciuto subito, ecco perché le prime cinque fragranze Montale che ho creato avevano l’agarwood nella base.”

Pierre Montale

Ne celebra l’importanza anche oggi nel suo sito ufficiale: 

Nella gamma dei profumi più popolari di Pierre Montale si erge lo spirito dell’oud, custode delle tradizioni alle porte dell’oriente

Unguento asiatico profumato comunemente utilizzato nella regione del golfo e in Arabia Saudita, questo profumo è estratto dall’albero di oud. Un processo segreto millenario tenuto al riparo dalla luce per diversi anni.

Soggiogato dalle sue infinite proprietà combinatorie, Pierre Montale divenne il primo esportatore di oud per l’occidente. Comporrà poi più di un centinaio di fragranze senza tempo.

Dal sito ufficiale di Montale

Oh, sarà che a me i profumi di Montale non fanno impazzire, però tutta questa autocelebrazione mi sembra un tantino too much. “Ho inventato l’oud ma resto umile.”

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